Oggi è la giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e l’adolescenza.
È il giorno giusto per parlare del nuovo albo di Jimmy Liao, Un Bacio e Addio (2017, Camelozampa, Padova), dal 10 novembre in tutte le librerie.
Il diritto a crescere bene.
Questa giornata ci ricorda che lo è di tutti i bambini, compreso Woody, il piccolo protagonista del libro.
Cos’è successo a Woody? Perché il suo diritto al futuro è così urgente?
Ciò che gli accade non è esplicito nel libro, ma la storia è nota, lo conferma lo stesso Liao e gli indizi disseminati nell’opera.
Diversamente da molti altri libri dell’autore taiwanese, qui la storia si svolge in un luogo preciso – il Giappone – e in un tempo ben definito – all’indomani della tragedia dell’11 marzo 2011.
Quel giorno un terribile terremoto e uno spaventoso tsunami devastarono la parte nord orientale dell’isola di Honshu, la più grande dell’arcipelago giapponese. Una tragedia aggravata dal disastro di Fukushima Dai-ichi, la centrale nucleare coinvolta, che contaminò un vasto territorio e portò all’evacuazione di tutti coloro che vivevano nel raggio di 20 chilometri e oltre.
La sensibilità al tema del nucleare non è nuova in Jimmy Liao. In “Se Potessi Esprimere un Desiderio…” (2015, Edizioni Gruppo Abele, Torino) lo dichiara senza indugi, con una presa di posizione netta e lucida:
Il rapporto tra Uomo e Natura è costante nella produzione artistica di Liao, spesso testimone e cantore del delicatissimo equilibrio che lo governa.
In questo scenario quasi apocalittico, si muovono minuscoli e fragili Woody e il suo amico Pudding.
Dopo la tragedia che gli ha portato via i genitori, Woody si mette in viaggio e arriverà lontano.
E con loro – ho viaggiato anche io.
Ho tradotto il nuovo libro di Jimmy Liao la scorsa estate. Nella frescura delle sere cercavo ispirazione e parole adatte. E più di una volta avrei voluto raccontare alcuni istanti di questo meraviglioso mestiere: istanti pieni di senso. Momenti in cui ho trovato risposte a domande che da sempre mi pongo per un dolore ereditato e mai del tutto compreso. Ma ogni volta che tentavo di dire quello che provavo, avevo la sensazione di sminuirlo e banalizzarlo.
Così desistevo, sperando che quelle emozioni sarebbero almeno emerse nel testo italiano.
Ho accompagnato Woody e Pudding in viaggio. Mi sono messa in ascolto e ho provato a comprendere, o meglio, a sentire i pensieri di questo bambino coraggioso.
Traducevo e piano piano comprendevo il mio dolore e quello di coloro che mi stanno accanto. Scrivevo e piano piano trovavo risposte. E scioglievo nodi.
“Come sopravvivere al dolore?” “Come emergere dalla sofferenza?”
Come non farsi schiacciare e trovare l’equilibrio per camminare su quel filo sospeso che è la vita?
Woody è un bambino che deve imparare a crescere in una situazione di estrema difficoltà.
Un miracolo può accadere.
Woody è un bambino che io conosco da sempre e ho le prove che sia cresciuto bene.
Lo conosco da quarant’anni e lo chiamo papà.