Esattamente un anno fa molti bambini aspettavano che trovassi il nome giusto per loro.
Bambini buffi, tristi, sognatori, coraggiosi, romantici.
Bambini in bianco e nero, in attesa che qualcosa si realizzasse.
Di questi bambini non conoscevo molto, ma quel poco che sapevo doveva e poteva bastare.
Per ciascuno di loro conoscevo un desiderio, il più importante, il più immediato.
Un anno fa ero alle prese con la traduzione di Se Potessi Esprimere un Desiderio di Jimmy Liao (Edizioni Gruppo Abele, 2015, Torino) e a ripensarci pochi altri lavori di traduzione e adattamento mi hanno appassionata in questo modo.
Coniando una nuova parola, questo albo potrebbe essere definito una “sognoteca”.
Qui Jimmy Liao ha raccolto i desideri di tanti bambini, a volte di animali, spesso i suoi.
Era per me doveroso tradurre il nome di ciascun bambino in italiano, ed era importante che poche fossero le barriere culturali e linguistiche, così che il lettore potesse correre libero e senza ostacoli, come il piccolo protagonista del libro, tra i tanti e significativi desideri. Per poi ritrovarsi, forse, a fine corsa (e lettura), a ripescare i suoi di sogni laggiù in profondità, in quella parte che, se si è attenti e fortunati, rimane autentica e intatta.
Jimmy Liao non ha scelto nomi casuali.
Per questo, alcune volte soprattutto, era fondamentale mantenere il significato strettamente connesso all’entità del desiderio.
Il nome lo evoca e lo rende parte integrante dell’identità.
E così ad aprire questa carrellata è XiǎoXiǎo, nome dato dalla ripetizione del carattere 小, che significa piccolo. Nella versione italiana lei è Paolina. Il suo desiderio è semplice: combatte la solitudine con la dolcezza di un the al miele. Nell’illustrazione occupa uno spazio minimo: ha poche pretese.
Da qui il nome Paola derivante dal latino paulus, piccolo, rafforzato dal diminutivo.
Compagno di pagina è Lucio, le cui ambizioni sono al contrario enormi, utopiche. Il nome cinese è Míngmíng, la ripetizione del carattere 明, che significa luminoso, dato dall’accostamento visivo del sole 日 e della luna 月. Il sogno di Lucio è illuminare la notte nei campi che vede scorrere dal finestrino del treno. Lucio – dal significato di luminoso e splendente – stringe tra le mani una candela ed è un sognatore che non si arrende all’oscurità.
Più avanti incontriamo Achille, che, incalzato da un serpente gentile (con tanto di papillon e dono floreale) desidera vendetta per gli animali maltrattati. Il suo nome cinese è Dàxióng (大雄), che significa grande eroe e nei templi è l’appellativo per l’immagine principale del Buddha. Per lui il nome di un grande eroe della mitologia greca, un semidio, figlio del mortale Peleo e della ninfa Teti.
Procedendo in questo mio lavoro di traduzione, non di rado ho pensato al procedimento opposto – trasformare nomi occidentali in cinese – e a quanto sia interessante ogni volta scoprire in che modo alcune importanti aziende si presentino sul mercato orientale.
Trovare un nome accattivante è un elemento fondamentale per penetrare in questo vasto e complesso mercato. Prioritaria, quindi, diventa l’elaborazione di un linguaggio simbolico, capace non solo di ricalcare la pronuncia originale, ma di essere funzionale anche alle esigenze commerciali, attraverso un efficace messaggio promozionale.
E ancora una volta, nei casi migliori, il motore è alimentato dai sogni: desideri di divertimento, felicità, prestigio e salute.
L’esempio più famoso, e forse ad oggi il più riuscito, è quello della Coca Cola, in cinese 可口可乐 (kěkǒukělè). Questa scelta non solo si avvicina alla pronuncia originale, ma veicola un messaggio importantissimo per chi lo legge. 可口significa gustoso, 可乐 significa divertente.
Chi assapora questa bevanda appaga il desiderio di gusto e divertimento.
La nota catena francese di supermercati Carrefour è chiamata Jiālèfú, 家乐福.
家 è casa, famiglia, 乐 significa felice e 福 indica la buona fortuna.
La felicità e il benessere di una famiglia sono acquistabili in questo supermercato.
E infine per considerare un esempio a noi vicino, interessante è il nome pensato per un’eccellenza italiana: il Chianti, tra i vini più famosi e apprezzati in Cina.
康帝 (Kāngdì) è il suo nome cinese che evoca la salute 康, e ha addirittura “scomodato” l’imperatore 帝.
Bere Chianti fa star bene ed è un prodotto che conferisce potere e prestigio.
Nomen Omen, dicevano i Romani.
Nel nome il destino.
In Oriente pare che sia nel nome i desideri.
Ma quanto è interessante questo articolo?? Grazie! E’ un lavoro molto affascinante il tuo! Complimenti per tutto il blog, anche gli altri post sono molto stimolanti!
Che meraviglia ricevere questo commento! Grazie! Purtroppo ultimamente non riesco a stare molto dietro al blog… nonostante le cose da raccontare siano tante. Grazie per avermi letto e per aver apprezzato. Mi ha reso felice.